
Etna Comics: piccola ma grande

Giunta ormai alla sua sesta edizione, Etna Comics, il Festival internazionale del Fumetto e della Cultura Pop (comprende, quindi, anche l’animazione e i vari games) si colloca alle spalle del Comicon Napoletano quanto a presenze nel panorama fieristico meridionale (oltre 60.000 presenze nell’ultima edizione contro le oltre 100.000 partenopee).
Anche se dai numeri questa fiera risulta la 5^ tra le italiane, bisogna tener conto del fatto che la Sicilia, in quanto isola, non è facilmente raggiungibile da tutti e che, quindi, accoglie solo parte degli abituali frequentatori delle altre fiere.
Alla sua prima edizione, Etna Comics accolse oltre 25.000 visitatori e raggiunse i 50.000 già alla terza.
Al di là dei numeri, che pur con le difficoltà di cui sopra si avvicinano a quelli di Cartoomics di Milano, quel che più conta, in manifestazioni del genere, è la qualità e la quantità degli ospiti che intervengono a vivacizzare l’evento che, nel caso di Etna Comics, possono essere considerate seconde sola a quelle di Lucca.Tra gli ospiti intervenuti nelle ultime edizioni ricordiamo Akemi Takada e Milo Manara (2014), Riyoko Ikeda e Rutger Hauer (2015).
Inaugurata nel settembre 2011 come la mostra-mercato più grande della Sicilia, la manifestazione venne promossa e organizzata dalla Medéa di Antonio Mannino, azienda che si occupa di organizzazione di eventi scientifici e culturali, con il patrocinio della Provincia e del Comune di Catania, con la collaborazione di Lucca Comics & Games e, fino al 2013, dell’associazione culturale Rakuen Cosplay, che si è occupata della gestione del cosplay contest.
Dopo il successo della prima edizione, Etna Comics divenne un vero e proprio festival internazionale, facendo registrare un numero di visitatori sempre crescente.
Il centro fieristico di Catania
Catania è il centro della maggiore conurbazione siciliana, nota come “Sistema lineare della Sicilia orientale” ed è il comune non capoluogo di regione più popoloso d’Italia, nonché una delle dieci maggiori città italiane e quarta del mezzogiorno.
Fondata nel 729 a.C. dai Calcidesi, vanta una storia millenaria caratterizzata da svariate dominazioni i cui resti ne arricchiscono il patrimonio artistico, architettonico e culturale e il barocco del suo centro storico, nel 2002, è stato dichiarato Patrimonio dell’umanità dall’UNESCO, assieme a quello di sette comuni della Val di Noto. Sotto la dinastia aragonese, inoltre, fu capitale del Regno di Sicilia.
Catania offre paesaggi eterogenei concentrati in un’area ristretta. Sorge sulla costa orientale dell’isola, ai piedi del vulcano Etna, a metà strada tra Messina e Siracusa e si affaccia sul mar Ionio.

L’etna in eruzione, da cui il nome della fiera. In città esiste anche una via Etnea a indicare quanto la città e il vulcano siano legati
La posizione topografica del centro fieristico lo rende facilmente accessibile mediante tutti i mezzi di trasporto cittadini: è infatti a poca distanza dalla stazione di Catania Centrale, dalla fermata Stazione FS della Metropolitana di Catania e dalla stazione delle più importanti linee extraurbane di autobus. Inoltre, Catania è raggiungibile dalla terraferma anche con aereo e traghetto (da Reggio Calabria sono un paio d’ore).
Il centro fieristico le Ciminiere di Catania, dove si svolge Etna Comics, è un complesso polifunzionale ricavato dal recupero di alcune parti delle costruzioni che costituivano il grande complesso industriale di raffinazione dello zolfo che veniva estratto dalle miniere dell’entroterra siciliano. Tali costruzioni vennero abbandonate durante il dopoguerra e l’opera di ripristino ha comportato la costruzione ex novo di buona parte degli ambienti e la trasformazione di altri.
Il complesso industriale, che sorgeva a nord-est della stazione di Catania Centrale, era caratterizzato da grandi edifici industriali prevalentemente in mattoni e pietre laviche, affiancati da alte ciminiere che servivano alla dispersione dei fumi provenienti dalle fornaci di raffinazione dello zolfo e dalle produzioni dei suoi derivati.
Il complesso nacque nella metà del secolo XIX, quando gruppi imprenditoriali anglo-siciliani e commercianti locali costruirono impianti di molitura, di stoccaggio e di trasformazione degli zolfi provenienti dalle varie miniere della Sicilia centrale. Dopo l’abbandono definitivo, avvenuto a metà degli anni sessanta, parte del gruppo di edifici posti tra il viale Africa e la parte nord della stazione, a partire dal 1984, venne interessato dal progetto di recupero di architetture industriali dismesse elaborato e finanziato dalla Provincia.
Il progetto comportò una profonda ristrutturazione dell’area che mantenne le strutture di massima e, dopo averle messe in sicurezza, le alte ciminiere in mattoni che, in quanto elemento caratteristico, fornirono il nome al nuovo centro fieristico.
L’intera area è suddivisa allo scopo di assolvere a tre possibili funzioni: fieristica, espositiva e congressuale. I vari spazi dell’area, inoltre, vennero studiati in funzione dell’assenza di barriere architettoniche, dettaglio che la rendeva una struttura all’avanguardia, considerato che l’unica legge vigente all’epoca in materia risaliva al 1971 e che il decreto attuativo arrivò solo nel ‘96.
Oltre a varie mostre temporanee, il centro ospita anche un museo permanente sullo sbarco in Sicilia del 1943, una mostra permanente di carte geografiche antiche dell’Isola (Collezione La Gumina), una mostra di radio d’epoca (Collezione Romeo) e un museo del cinema.
È utilizzato per concerti, rappresentazioni teatrali e cinematografiche. Vi si sono svolti eventi congressuali ed espositivi anche internazionali (SMAU, Expobit) e ha ospitato per un lungo periodo di tempo i set televisivi del programma Insieme di Antenna Sicilia.
Diversi appuntamenti nel corso dell’anno
La fiera prende vita a inizio giugno, ha una durata di quattro giorni e occupa un’area di circa 45.000 mq.
Tutti gli autori ospiti della manifestazione sono invitati a partecipare ad una sessione di disegno live, in cui producono un’opera che viene battuta all’asta di beneficenza che si svolge, generalmente, l’ultimo giorno. Grazie ai fondi raccolti nelle prime quattro edizioni, Etna Comics è intervenuta con aiuti sostanziosi in Africa e in Libano.
Per chi è in astinenza esitono le Pre-presentazioni dell’evento Etna Comics. Etna Comics OFF è una saga di piccoli assaggi del festival etneo, prima della manifestazione madre Etna Comics a Catania. La prima tappa si svolge a Palermo a fine novembre mentre la seconda e ultima si svolge a Catania a fine aprile, all’interno del festival Katagames. Tra le due, a metà dicembre, si svolge Day Zero, ad Acireale.
I padiglioni
Etna Comics offre ai visitatori padiglioni per tutti i gusti.
I numerosi espositori, rivenditori e negozi specializzati costellano l’intera area a seconda dell’ambito di pertinenza.
Generalmente il padiglione F1 è dedicato agli editori, alle conferenze, al vintage, ai talent scout, ai più piccoli e ai giochi.
Il padiglione C1, invece, ospita il Japan Center e l’area Altri Mondi, dedicata al fantasy e alla fantascienza, dove gli appassionati possono trovare quelle che sono ambientazioni e scenografie degne di film insieme a personaggi e figuranti inerenti, gestiti da associazioni no profit come come la 501st Legion Italica Garrison, Ghostbusters Sicilia, la Umbrella Corporation Italian Division di Resident Evil, Federazione Ludica Siciliana per il medievale fantasy e lo Steampunk.
L’area della fiera Japan Center è interamente dedicata al Giappone, curata dall’Associazione Culturale Mangames, che si pone l’obiettivo di far conoscere lo stile di vita, la storia millenaria e le usanze – sia tradizionali e che moderne – del Giappone: non è solo manga e anime ma a tutto ciò che gravita attorno alla cultura giapponese, il folklore, le tradizioni, i passatempi (dal Mah Jong agli origami), la cucina tradizionale servita in appositi Maid caffè ricreati per l’occasione, ecc.
Fisse sono anche le aree dedicate alle ricostruzioni storiche, il vicino anfiteatro Yoda e la zona palco, situata in una struttura che ricorda i classici anfiteatri greci.
Scatti in fiera
Il centro fieristico non ha molti spazi che possono fungere da adeguato scenario per delle foto cosplay ma i fotografi sono abilissimi a trasformare le poche risorse a loro disposizione: le scale esterne, gli stretti corridoi di pietra tra un edificio e l’altro come i punti in cui i muri di mattoni si fondono con le costruzioni più moderne, le piccole zone verdi, l’anfiteatro sono tutti luoghi che possono riservare sorprese inaspettate, se ben gestiti.
Curiosità
Se prestate attenzione alle diverse copertine che di anno in anno hanno sponsorizzato l’evento, noterete la presenza costante, qua e là, di un piccolo elefante.
Nella migliore tradizione pop, si tratta di una sorta di cameo.
L’elefante, infatti, rappresenta il simbolo di Catania.
Da dove arriva questo elefante?
In piazza Duomo potete osservare la statua di un elefante che sorregge un obelisco egizio e che prende il nome di Liotru o Diotru, in onore di un mago: Eliodoro, detto anche Diodoro, Liodoro, Lidoro e Teodoro.
Eliodoro visse intorno al 725 d.C quando Catania era una provincia bizantina dell’Impero Romano d’Oriente. Aspirava a diventare il vescovo di Catania ma non riusciva ad affermarsi finché un giorno conobbe uno stregone ebreo che gli insegnò le arti magiche e lo convertì al giudaismo. Grazie alle arti apprese, riuscì a evocare Satana che, in cambio dell’affiancamento di un servitore del demonio, gli conferì poteri magici.
Frutto di questi stessi poteri fu la sua cavalcatura, un elefante plasmato dalla lava dell’Etna, di cui si serviva sia per aggirarsi per la città facendo scherzi e dispetti alla popolazione sia per i lunghi viaggi fino a Costantinopoli.
Scampò più volte alla morte, sparendo dopo aver sfidato e denigrato i suoi aguzzini “Chi mi vuole, mi cerchi in Catania!”.
Fu infine il vescovo Leone, detto il Taumaturgo che riuscì a ridurre il mago Eliodoro in un mucchio di cenere.
In tutto questo, il suo magico elefante rimase in vita e lo stesso vescovo Leone avrebbe fatto portare la statua fuori dalle mura (come storicamente documentato) per farla dimenticare, ma il popolo, che attribuiva alla statua il potere di proteggere il centro abitato dalle eruzioni dell’Etna, le avrebbe ugualmente tributato degli onori divini fino a farla rientrare definitivamente entro le mura cittadine nel 1727 e dove resta come simbolo della città di Catania.
Il legame tra Catania e il liotru è molto antico. Un’antica leggenda narra di un elefante che avrebbe cacciato degli animali feroci durante la fondazione stessa di Kατάvη e, sotto la dominazione araba, la città era già conosciuta con il nome di Balad-el-fil o Medinat-el-fil, cioè «città dell’elefante».
Il pachiderma, che ora svetta nel gonfalone comunale, della provincia e dell’università e mascotte di diverse associazioni sportive, non poteva non venire citato nelle locandine di Etna Comics, prima manifestazione del genere dell’isola da cui arrivano molti dei disegnatori nostrani.