Sara Rouge, quando l’arte del Make Up incontra il cosplay
Milanese, giovanissima, Sara Rouge, è una delle cosplayer più interessanti del momento.
Comincia a coltivare la passione per il cosplay durante gli anni del Liceo artistico di Brera. In seguito, si forma come Make Up Artist nell'”Academia BSI” di Diego della Palma. La combinazione dei talenti di cosplayer e MUA si rivela subito vincente e nel 2015 si aggiudica il premio di Best Make Up al Torino Comics.
Poche settimane fa ha vinto il primo premio nel Marvel Universe Cosplay Contest di Cosplay Hub grazie alla sua interpretazione di Black Widow, immortalata da Gabriele Valenti e post prodotta da Chris Pace.
Nei prossimi giorni, Sara curerà per Cosplay Hub un canale tutorial dedicato al Make Up con tecniche di base e avanzate fino al trucco completo per personaggi specifici.
Partiamo da qui: ti va di parlare ai nostri lettori della nuova rubrica che terrai su questi schermi, video tutorial incentrati sul Make Up? Ci svelerai i segreti del (tuo) mestiere?
Ciao a tutti e, prima di tutto, grazie per questa intervista.
Non puoi immaginare quanto questa domanda e il fatto di poter collaborare con Cosplay Hub mi renda felice. Ho sempre sperato di prendere parte a un progetto di Make Up, perché è questo ciò che faccio per vivere: unire il mio lavoro e il mio hobby, le mie due più grandi passioni, per aiutare le persone a migliorarsi e sentirsi bene davanti allo specchio o all’obiettivo di un fotografo.
Il progetto parte con l’idea di aiutare i cosplayer a migliorare i propri outfit attraverso il make up e, così, ad immedesimarsi di più nel personaggio interpretato attraverso piccoli accorgimenti.
Vi svelerò tutti i trucchi per ottenere un make up il più duraturo e simile possibile a quello desiderato.
Congratulazioni per la vittoria del Marvel Universe Contest. Sulla tua bravura non c’erano dubbi, visto che sei membro degli Avengers Italian Division, ma ti aspettavi di vincere? Cosa pensi abbia determinato il tuo successo, pur circondata da altri validi concorrenti?
Sinceramente? Ci speravo, ma quando partecipo ad una gara non parto mai con la convinzione di vincere. Può sembrare una frase di convenienza, ma se prendo parte a una competizione punto sempre a mostrare i miei lavori e cercare di capire dove migliorare attraverso il giudizio del pubblico e della giuria. Se vinco sono pazza di gioia, ma non perdo mai l’idea che ci sia sempre qualcosa in più da poter fare.
In questo caso, gli altri partecipanti erano spettacolari e credo di aver vinto perché, oltre ad aver fatto un lavoro discreto, il mio costume di Age of Ultron è molto apprezzato e conosciuto.
Parliamo di te e del cosplay, di cui il make up, l’abbiamo già ripetuto diverse volte, è parte fondamentale. Quando sei entrata nel mondo del cosplay? Come mai? C’è stato un evento in particolare che ti ha dato la spinta?
Ho iniziato quasi quattro anni fa (è già passato così tanto tempo?). Credo di aver sempre avuto un’attrazione per questo mondo ed era evidentemente destino che ne facessi parte.
Sono sempre stata un po’ strana. Da bambina litigavo con mia madre per poter indossare il vestito di Biancaneve per andare a scuola e i vestiti di Halloween e di Carnevale erano appesi insieme ai jeans o alle magliette: per me facevano parte della mia quotidianità. Quando rientravo da scuola, per esempio, indossavo il vestito di Fantaghirò o di Jasmine e mi mettevo a guardare i cartoni… Valgono come cosplay, vero?
Il primo evento cosplay a cui partecipai fu nel febbraio 2013 a Novegro. Ma il Torino Comics 2013, tuttavia, ha un posto speciale nel mio cuore: lì portai la versione definitiva della Black Widow di Iron man 2.
A proposito di inizi, c’è un costume di cui non vai particolarmente fiera? Quale ti ha dato maggior soddisfazione e quale è stato il più apprezzato dal pubblico? Ce n’è uno a cui sei legata emotivamente per una ragione speciale?
Ho sempre avuto la fissazione per il dettaglio, che cresce sicuramente di pari passo con l’esperienza in questo fantastico mondo. Finora, i miei cosplay (comprese le diverse versioni di uno stesso personaggio) sono solo otto.
Quello a cui sono più legata è Harley Quinn, principalmente per una questione affettiva: da piccola leggevo i fumetti e guardavo i cartoni animati di Batman. Quello che invece è piaciuto di più al pubblico credo sia Black Widow Age of Ultron (ma anche Suicide Squad mi ha dato grandi soddisfazioni!). Paradossalmente, il cosplay di cui vado meno fiera è proprio Black Widow: dopo quattro anni sento che ancora non riesco a renderle giustizia come vorrei. Cercherò di impegnarmi ancora di più per rendere onore al mio primo cosplay portato in fiera.
Quanto c’è di tuo nei costumi che indossi e quanto tempo ti assorbe il cosplay, tra preparazione ed eventi?
Avendo fatto il liceo artistico mi piace mettere mano e curare i dettagli, i colori, il make up, etc…, ma sono proprio negata per la parte sartoriale! Ci ho provato, ma è stato un disastro. Sono una perfezionista e, se non è perfetto, preferisco commissionarlo.
Il costume di Harley Quinn, ad esempio, mi ha tenuta occupata due mesi, mentre quello di Black Widow Age of Ultron un anno e quattro mesi: i led sono stati la parte più difficile e credo di averli cambiati almeno cinque o sei volte. Con Lili Rochefort me la sono cavata in una settimana, mentre Mary Jane mi ha portato via solo un pomeriggio.
Ovviamente, le tempistiche dipendono sempre dalla difficoltà del personaggio da riprodurre.
In apertura ho accennato all’Avengers Italian Division: come sei entrata a farne parte e in cosa consistono le vostre “operazioni”?
L’Avengers Italian Division è stata fondata da persone magnifiche, che ho avuto il piacere di conoscere prima della sua nascita. Quando si iniziò a parlare di questo progetto, mi avevano già coinvolta in diverse occasioni ed eventi e, nel momento in cui l’Avengers Italian Division diventò realtà, fui la prima che venne contattata per il ruolo di Black Widow.
Solitamente partecipiamo a diverse fiere con il nostro stand ma abbiamo presenziato anche a Forte di Bard – la location italiana di Age of Ultron – per la festa dedicata al film, e siamo stati contattati anche dall’orchestra Verdi per l’omaggio agli Avengers.
L’essere LA Vedova Nera, o essere comunque brava in generale, ti ha permesso di trasformare l’hobby del cosplay in un lavoro? Riesci a guadagnare qualcosa oppure è un’altra la tua occupazione principale? Come concili le due attività?
Ci vuole ancora molto per essere LA Vedova Nera, ma sono felice che in molti mi identifichino in lei.
A volte vengo chiamata agli eventi, singolarmente o con il gruppo, ho un rimborso e il biglietto della fiera, ma non di più: questo non fa del cosplay un lavoro! Bisogna essere ad un livello abbastanza alto per riuscire ad arrivare a fine mese.
Io lavoro come Make Up Artist freelance e questo mi consente di poter conciliare il mio lavoro con il mio hobby e, insieme a Cosplay Hub, spero di poter fondere ulteriormente le due attività e raggiungere, così, altri buoni obiettivi.
Progetti futuri. A quali fiere parteciperai prossimamente e con quali cosplay?
Credo che la prossima fiera sarà Milano Anime Expo, anche se non so ancora in quali panni mi presenterò. Sarò sicuramente a Lucca Comics e sto prendendo in considerazione l’idea di andare a Romics.
Nel prossimo cosplay, che spero di finire quanto prima nonostante il molto lavoro da fare ancora, sarò blu, ma non verrò da un altro pianeta: potete escludere Avatar!
Sei nell’ambiente diverso tempo: se potessi cambieresti qualcosa? Cosa faresti sparire (o almeno diminuire) per farlo diventare un mondo perfetto?
Troppe cose.
Prima di tutto l’accanimento ingiustificato verso altri cosplayer, identificati come “peggiori” o “di basso livello”, perché sono troppo grassi, alti, neri e etc: tutti possono fare Cosplay!
In secondo luogo, vorrei che l’ambiente Cosplay ricominciasse ad avere della SANA competizione. “Non vinci? Pazienza, sarà per la prossima.” Ho visto troppe persone insultare la giuria o i vincitori, ponendosi al di sopra di tutti.
Ancora: i like sulla pagina cosplay non rendono una persona migliore di un’altra. I like li ricevi se aggiorni la tua pagina, segui quelle degli altri (insomma, ti fai notare) e curi la tua immagine costantemente. Per i furbetti la scorciatoia è pagare Facebook.
Ci sono tantissimi cosplayer, timidi e umili, che non hanno una pagina professionale eppure fanno dei lavori che… non ci sarebbe alcuna competizione con quelli che si vantano tanto e giudicano gli altri solo dal numero di like. Con questo non dico che, automaticamente, chi ne ha tanti non se li meriti. Dico solo che non ci si deve prendere la libertà di giudicare o sminuire qualcun altro, a prescindere dai like.
Queste sono le tre cose che vorrei cambiare immediatamente, ma sono certa che, con l’impegno di tutti, le cose possono cambiare.
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