Lorna Mary Ciani: “Amo i personaggi secondari”
Nome: Lorna Mary Ciani
Nazionalità: Italiana
Cosplayer dal: 2006
Italo-britannica, Lorna Mary Ciani studia Interpretariato e Traduzione e vive a Roma. Si racconta così:
“Nella vita non faccio granché a parte studiare, lavorare e mangiare dolci, e il poco tempo libero che prima dedicavo allo sport e al disegno da un paio d’anni lo dedico al cosplay.”
Non è sicuramente una cosplay “social”. Non ha una pagina dedicata al cosplay e pubblica pochi contenuti riguardanti il suo hobby. Chi ha avuto la fortuna di incontrarla in fiera ha sicuramente apprezzato la qualità dei suoi costumi, la cura dell’interpretazione e lo stile, elegante e sofisticato, davanti all’obiettivo.
Chi invece ha avuto modo di scambiarci due parole in uno dei gruppi dedicati al cosplay su Facebook sa anche che Lorna è una ragazza che parla chiaro. Due aspetti per cui abbiamo voluto conoscere il suo punto di vista sul cosplay.
Quando (e perché) hai iniziato a fare cosplay?
Il mio primissimo cosplay risale al 2006, dopodiché lasciai perdere fino al 2013, quando ripresi a frequentare saltuariamente il Romics. Solo di recente ho deciso di dedicarmi al cosplay con più impegno. Per me è un’alternativa al disegno: mi è sempre piaciuto disegnare i miei personaggi preferiti, e il cosplay mi da la possibilità di dar loro vita in un modo nuovo.
Non pubblichi molte foto dei tuoi cosplay.
Vero! Pensandoci, non ho nemmeno una mia pagina Facebook… e non metto quasi mai mie foto sui vari gruppi cosplay. Credo sia un misto di pigrizia e di complessi sul mio aspetto che mi porta a farmi i fatti miei. Però a mia discolpa ogni tanto capita che condivida le mie foto in qualche gruppo per chiedere consiglio o per scherzare con gli altri iscritti… ancora non sono del tutto asociale! Ma forse dovrei impegnarmi di più a inserirmi, anche perché si conoscono un sacco di persone simpatiche.
Con qualche rarissima eccezione, interpreti spesso personaggi “minori”. È una casualità o ti piace prendere “strade meno battute”?
Ci riflettevo di recente. Interpreto i miei personaggi preferiti, ed effettivamente non è una casualità che mi piacciano sempre personaggi secondari, lasciano molto più spazio all’immaginazione rispetto ai personaggi principali! C’entra anche il fatto che non mi piace vedere sempre gli stessi personaggi in fiera, anche se credo che ognuno sia libero di realizzare il cosplay che preferisce. Ma quando mi capita di incontrare cosplay di personaggi secondari impazzisco di felicità: ogni serie è piena di fantastici personaggi che nessuno ricorda o interpreta, riuscire a vederli in carne e ossa è un privilegio per me! Spero di dare le stesse emozioni ai pochi che in fiera riconoscono i miei personaggi.
Qual è il tuo cosplay più riuscito o quello a cui sei maggiormente legata?
In entrambe i casi è Anko Mitarashi di Naruto. Complice la scarsità epocale di cosplayer che interpretano Anko, anche i selfie allo specchio nei suoi panni attirano molta più attenzione su Instagram di qualsiasi altro mio cosplay completo e ben fotografato (triste ma vero!). È anche il mio personaggio preferito in assoluto, quindi portarla è veramente una gioia – sorvolando sul fatto che il coprifronte mi fa venire il mal di testa, le scarpe mi distruggono i piedi e la tuta a rete mi crea un sacco di problemi. Ma si sopporta tutto. Il divertimento si paga anche così.
Hai interpretato un original “Mamma Romics” e Darth Talon, entrambi in body painting. Quanto tempo richiede la preparazione di un cosplay del genere?
Per quanto possa essere estenuante mi diverte molto prestarmi al body painting. Non contando la pianificazione del colore e la realizzazione di eventuali accessori, sempre a opera di Stefania Raneri e Michele Santini di BOOM Makeup, solamente la colorazione impiega sulle 5-6 ore. Ma non mi pesano, la compagnia di Stefania e Michele è ottima e il risultato delle loro fatiche è sempre fantastico! Con Darth Talon le ore sono passate in un baleno. All’edizione precedente con Mamma Romics invece faceva molto più freddo e tirava vento: tremavo come un agnellino e il tempo sembrava scorrere a rilento. Qualche giorno dopo mi venne anche un raffreddore tremendo. Come ho già detto… il divertimento si paga.
Crei da sola i tuoi cosplay o li commissioni?
Dipende, a volte li faccio da me, ma il più delle volte ne commissiono una parte. Con le parrucche me la cavo, col sartoriale non molto e comunque mi tocca fare tutto a mano, quindi anche quello che creo da me mi ruba tantissimo tempo. Per gli abiti oltre le mie capacità mi rivolgo alle mie sarte e cosmakers di fiducia, Periwinkle Corner e Bias Dreams – anzi, mi spiace non essere ricca per poterle finanziare a tempo pieno, amo i loro lavori.
Per il mio ultimo compleanno sono arrivata a regalarmi un cosplay firmato Piece of Cake. Non avevo mai commissionato un cosplay completo, in realtà quasi mi sento in colpa… ma non sono neanche lontanamente pentita.
La comunità dei cosplayer sembra più vibrante che mai. Quali sono i cambiamenti che hai notato in questi ultimi anni?
Il livello dei costumi è aumentato vertiginosamente. Alle due fiere che mi capitò di frequentare anni e anni fa i cosplay notevoli si contavano sulle dita di una mano. Adesso mi sembra quasi più difficile trovare cosplay fatti male che fatti bene! Allo stesso tempo, però, credo sia diventato più difficile inserirsi per i cosplayer esordienti. Dieci anni fa quasi tutti avevano costumi mediocri, non ci si faceva nemmeno caso.
Cosa ti piace di meno?
L’aria di competizione e di gara all’ultimo like che si respira sia in fiera che online, e il veleno che genera la competizione.
Molte cosplayer si sono affacciate su Patreon, Twitch e simili. Credi che il cosplay possa davvero diventare un lavoro?
Certo, come ogni altra cosa! Se si hanno l’interesse e le capacità, e anche la fortuna di riuscirci. Naturalmente credo che solo in pochi riusciranno davvero a rendere il loro hobby un lavoro, ma non biasimo chi ci prova.
Bullismo nel cosplay. Ti è mai successo? Esiste davvero o è semplicemente un’estensione di un fenomeno più generale?
Fortunatamente mi è capitato in un’unica occasione, un simpaticone che mi vide in fiera e mi cercò poi sui social esclusivamente per insultarmi. Ma il bullismo è un fenomeno pervasivo nella comunità cosplay, e di solito è a opera di altri cosplayer. Per definizione i cosplayer sono persone che almeno un minimo si mettono in mostra, e questo può generare reazioni negative anche nei nostri stessi ‘colleghi’. Si può essere presi di mira se si è troppo magri, troppo grassi, troppo scollate, non abbastanza belli per il personaggio, quando si porta una versione semi-originale, quando il costume non è fatto bene o è stato commissionato, la lista è infinita. Ormai è facile venire attaccati persino per la semplice scelta del personaggio. Poi che sia un’estensione di un fenomeno generale probabilmente è vero, ma essendo la nostra comunità abbastanza ristretta si avverte con più facilità.
Ti ispiri a qualche cosplayer in particolare?
No, sono molto “fuori dal giro”. Non seguo e non credo di avere nemmeno presente i cosplayer più bravi o più famosi o più belli, quelli più popolari che molti imitano. Ecco, ho presente Jessica Nigri, sento dire che molte si ispirano al suo stile. Personalmente non prendo ispirazione da nessuno e seguo esclusivamente chi interpreta personaggi che amo, anche se si tratta di cosplayer alle prime armi.
Ora, la fotografia. Che genere di fotografia cosplay preferisci? Sei per il realismo o per la post-produzione pesante?
Credo che la post-produzione ci voglia, sia per eliminare i difettucci che abbiamo tutti sia per rendere il cosplayer più simile possibile al personaggio che interpreta, anche se, come per tutte le cose, il troppo storpia. Dobbiamo pur sembrare persone, non bamboline! Anche gli sfondi a volte meriterebbero un upgrade, soprattutto se le foto sono state scattate in fiera con background poco adatti al personaggio.
Quale sarà la prossima fiera a cui parteciperai?
Grazie a una mia amica che si è offerta di ospitarmi per un paio di giorni -cosa farei senza le amiche cosplayer- potrei riuscire a presenziare al mio primo Rimini Comix. Anche se sono un po’ in ansia, soffro molto il caldo e al sole mi brucio subito, non sono certa sia la fiera ideale per una scozzese!
Stai lavorando a un nuovo progetto?
Errr… infinite versioni di Anko Mitarashi! Per l’anno prossimo invece sto valutando Eskara/Mars di Ultimate Muscle, Ravager dei Teen Titans e Ahmanet del nuovo film La Mummia. Il prossimo cosplay che porterò però sarà quello commissionato dai Piece of Cake della nuova protagonista di Star Wars, Rey.
Quali sono i tuoi interessi oltre al cosplay?
Il disegno, ma da circa un anno non ho più tempo da dedicarci. Il cosplay ha preso del tutto il sopravvento, e di tempo libero non ne ho molto!
Quali sono le tue serie preferite?
Prediligo gli shonen come Naruto, Shaman King, Megaman, Kinnikuman, Inuyasha, Detective Conan… anche se ogni tanto ci scappa qualche shojo, ad esempio Rossana e Tokyo MewMew.
Un consiglio per chi si affaccia su questo mondo per la prima volta?
Molto banalmente, il mondo del cosplay è come ogni altro ambito della vita, c’è del bello e del brutto. Fatevi coraggio e non rinunciate alle prime critiche che ricevete.
La foto in copertina è di Damiano Coraci