
Sweet Angel: il cosplay? Una passione, non un lavoro

Ciao, Sweet Angel.
Congratulazioni per esserti aggiudicata il primo posto nel My best Cosplay Contest di Luglio di Cosplay Hub da parte della redazione con la tua Wizard “Darkness Falls – Heroes Rise” di Diablo 3, immortalata da Marco Galeano (a cui appartengono tutte le foto di questo servizio).
Ciao, grazie mille a voi per aver voluto dar a me il primo premio della giuria.
Ero consapevole fin dall’inizio che nel contest a “like” non avrei vinto perché avrei dovuto spammare spesso la foto (cosa che non mi piace fare), quindi ho puntato all’altro, visto che la valutazione era affidata alla giuria, e su una buona foto di uno dei miei costumi migliori e più elaborati di cui penso siano stati apprezzati la difficoltà, i materiali, il livello sartoriale, il make-up, i dettagli e anche la foto in sé.
Quello che forse alcuni nostri lettori non sanno è che alle spalle hai un signor curricolo di vittorie nelle fiere di mezza Italia e che sei l’ideatrice di CosTrive, gruppo che gestisce gli eventi cosplay del Triveneto: sembra più un lavoro che ti impegna a tutto tondo, che una passione.
Quando sei entrata nel mondo del cosplay e perché? C’è stato un evento in particolare che ti ha dato la spinta?
Ho scoperto l’esistenza del cosplay girovagando nei forum in rete. Quindi, quasi per caso, mi sono imbattuta in una convention nella città dove abito e lì è nata la passione. Ho iniziato a far cosplay nel novembre del 2008 ad una fiera del tempo libero con un mini reparto di fumetti. Di cosplayer ce n’erano una decina ed era più un raduno che una fiera. L’anno dopo ho partecipato al mio primo vero evento.

Sweet Angel Before and After: nel giro di pochissimi anni è passata da costumi semplici e arrangiati cosplay elaborati e complessi
Tu sei una delle migliori in Italia: sei partita da subito con l’idea di essere perfetta o la precisione del dettaglio è cresciuta con te?
Il mio primo costume era orribile, assolutamente inguardabile, altro che perfetto e dettagliato! Niente parrucca, lenti e make-up: era un costume fatto abbinando e modificando normali vestiti (ripiegandoli senza cucire perché non ero capace), scarpe non abbinate, nessuna abilità nel posare! All’epoca non avrei mai immaginato di raggiungere il livello attuale, ma le soddisfazioni sono arrivate tutte strada facendo ed impegnandomi molto.
C’è un costume di cui non vai particolarmente fiera?
Uno che avevo commissionato ad una (pseudo) sarta: era enorme, totalmente diverso da come doveva essere e con stoffe sbagliate. In più lucrò sul prezzo pur essendo una persona che conoscevo, non volle mai sistemare gli errori fatti e mi consegnò tutto alle 4 del mattino, 2 ore prima della partenza della fiera!
Spesi tutti i pochi risparmi che avevo per quel costume, di cui ho poche foto perché mi stava malissimo e mi vergognavo tantissimo!
Facendo una stima approssimativa, quanti cosplay hai realizzato finora?
Sono della linea di pensiero che è meglio fare pochi costumi ma ben fatti, che siano semplici o complessi. E con ben fatti intendo fatti al massimo delle proprie capacità (all’inizio scarse e man mano migliori)! Al momento sono stabile, con una media di 4 costumi l’anno di cui uno più elaborato degli altri. Spesso faccio più versioni dello stesso personaggio se lo amo particolarmente (ho 8 versioni di Yoko Littner e 3 di Yuna).
Quale di questi ti ha dato maggior soddisfazione e quale è stato il più apprezzato dal pubblico? Ce n’è uno a cui sei legata emotivamente per una ragione speciale?
I più apprezzati di solito sono Yuna, Kirin e Yoko e devo dire che anche la Wizard e Jason iniziano a girare per il web.
Emotivamente i miei preferiti sono Yuna soubrette e Yoko, proprio per le serie da cui provengono che amo, rispettivamente Final Fantasy X/X2 e Gurren Lagann. Quasi tutti mi hanno dato molta soddisfazione ma, anno dopo anno, riguardandoli, vorrei rifarli da capo, migliorandoli. In realtà, non sono mai contenta.
Quanto c’è di tuo nei costumi che indossi? Ti fai aiutare per i prop o per la parte sartoriale?
Progettazione, proporzioni, progetti, materiali, ricerca, sartoria sono sempre opera mia!
Sono pochissimi (due) i costumi che ho commissionato e ricevuti dai negozi come sponsor (tre).
Per quanto riguarda accessori ed armi ricevo un grande aiuto dal mio ragazzo, Antonio Style: a volte me li realizza direttamente lui, altre mi dà le dritte per arrangiarmi o, ancora, ci lavoriamo insieme: io preparo i cartamodelli, le misure, il disegno, scelgo i colori e l’effetto e lui ci mette tutto il resto. E come lui aiuta me, io aiuto lui coi suoi costumi, com’è normale che sia in una coppia, no?
Quando sono altre persone ad aiutarmi, le menziono sempre nelle foto dei WIP che carico e che mostrano i progressi di un costume.
Quanto tempo ti assorbe il cosplay, tra preparazione ed eventi? E a quali hai partecipato con la Wizard “Darkness Falls – Heroes Rise” di Diablo 3?
Il cosplay è una passione, non un lavoro, quindi gli dedico i momenti liberi: quando ero in università erano i periodi di pausa dopo la sessione di esami, ora sono le sere dopo il lavoro o le vacanze.
Ho indossato la maga a Lucca comics 2015, vincendo il miglior femminile, poi a Ferrara vincendo nella stessa categoria, e infine a Novegro in coppia con Azka, vincendo una menzione speciale. Il costume era nato per un evento in Spagna, dove ero stata chiamata come “figurante” per le finali europee di un gioco della Blizzard: lavorai 2 giorni non stop con l’armatura addosso 12 ore al giorno.
Prima ho accennato a CosTrive: come e perché ti è venuta l’idea di creare questo gruppo?
Fin dai 14-15 anni gestivo dei forum creati da me e altri di cui ero amministratrice. Appena nacque la passione per il cosplay, decisi di creare semplicemente un nuovo forum, chiamato inizialmente “Triveneto Cosplay”, poi accorciato in “CosTrive”.
Nel frattempo mi ero unita ad un gruppo di amici che gestivano eventi (A.Na.Co.), poi purtroppo sparito. Siamo diventati il direttivo veneto e, dopo mille cambiamenti, è nato CosTrive come gruppo organizzativo (ho “prestato” quella che era la community che avevo creato, per un qualcosa di più grande) con eventi nuovi di varia tipologia. Siamo partiti da Veneto e Friuli e ci siamo estesi anche ad altre regioni, sotto richiesta di enti fiera che volevano crescere e che hanno dato fiducia a noi.
Domanda di rito a chi è così brava: si può trasformare il cosplay da hobby in lavoro? Riesci a guadagnare qualcosa o, come tutti noi mortali, hai un lavoro stressante e banale?
Se si pensa al cosplay come lavoro si pensa a Yaya, Jessica, Kamui, Lightning, Yuriko ecc: sono pochissimi nomi se comparati a quello che è la mole dei cosplayer effettivi nel mondo. C’è chi è diventato famoso per le abilità nel crafting, chi nella parte sartoriale, chi nell’interpretazione, chi nel trucco, chi più come “modella” e così via…
Penso che in Italia possano essere considerati davvero lavori quelli della sarta, dell’artigiano e del propmaker, ma il cosplay ancora non lo è. Certo, ci si può arrotondare qualcosina momentaneamente: per me il lavoro è qualcosa fatto in regola, sistematico, che ti permetta di vivere in autonomia per un lungo periodo e non per solo i 2-3 anni in cui si cavalca un’onda grazie alla propria immagine.
Io ho piccole entrate che derivano principalmente dalla vendita di foto con autografo e che vanno a ripagare una parte dei soldi spesi per realizzare i costumi.
A quali fiere parteciperai prossimamente, e con quali cosplay? Puoi darci una piccola anticipazione in esclusiva?
Il prossimo evento di cui sono ospite è Cassano in Comics, domenica 11 settembre in Lombardia. Poi, andrò a Romics come visitatrice, per stare con un po’ di amici, e poi ancora Lucca Comics (lavoro permettendo).
Ho fatto una primavera-estate zeppa di eventi, dove ho lavorato un sacco (come organizzatrice o ospite all’estero, cosa che può diventare parecchio stressante) e, al momento, mi sto godendo un attimo di relax!
Cosa cambieresti del mondo del cosplay se avessi una bacchetta magica? Cosa faresti scomparire (o almeno diminuire) per trasformarlo in un ambiente perfetto?
Non credo il cosplay sia un mondo diverso dagli altri: ci sono beghe anche nel biliardino e nei tornei di scacchi di cui magari non siamo a conoscenza solo perché non siamo dell’ambiente. Il problema non è il cosplay, sono le persone! L’importante è circondarsi di quelle giuste, con cui si sta bene. Se potessi, chiederei a Babbo Natale una bella fiera enorme, in stile americano, in Italia, magari in Veneto, visto che quelle grosse sono sempre a Milano/Roma!