Come posare davanti i fotografi (parte 1)
Avete il vostro costume, perfetto fino all’ultimo dettaglio. Il make-up compete con quelli cinematografici, il vostro accessorio vi è costato un occhio della testa ma ne valeva la pena, e siete persino riusciti ad arrivare in fiera senza strapparvi l’orlo del vestito nei tornelli.
Ma è ora che comincia la vera sfida: si sollevano cellulari e reflex, e siete sotto i riflettori. Ed ecco che, all’improvviso, vi colpisce la sindrome più diffusa tra i cosplayer: la Posa Da Imbranato. Capace di sciupare il lavoro di mesi e mesi.
Rilassatevi: è normale.
Essere di colpo al centro dell’attenzione, specie se in panni molto diversi dai soliti, è uno dei modi più sicuri per scatenare la timidezza. La buona notizia è che la maggioranza delle persone si sente a disagio davanti l’obiettivo del fotografo, che si tratti di professionisti che di semplici nerd armati di iPhone: è una reazione del tutto comprensibile e praticamente universale.
Anche i fotografi più navigati concedono alle loro modelle un breve periodo di “riscaldamento” prima di passare alla session fotografica vera e propria, in modo da sciogliersi e apparire più rilassate per gli scatti… quindi è solo questione di abituarsi ad essere sotto i riflettori.
E di seguire i nostri consigli, naturalmente.
1) Cercate ispirazione dal vostro personaggio
Potrà sembrarvi un suggerimento ovvio, ma non avete idea di quanti cosplayer conoscano solo sommariamente il personaggio che vanno a interpretare (e, lo ricordo ancora, vestirne i panni non è sufficiente).
Se il vostro personaggio è tratto da un film, riguardatevi con attenzione quel film e mettete il fermo immagine nelle pose che vi sembrano più d’effetto: una mezza dozzina dovrebbero essere sufficienti. Se necessario, schizzatele su un foglio.
Se è tratta da un fumetto, fate una fotocopia delle vostre vignette preferite: ingranditela e studiate la posizione di gambe, braccia, mani, espressione, dove punta lo sguardo. Tutto.
2) Lo specchio è il vostro amico. E giudice
Provate le pose che avete isolato davanti lo specchio. Nella solitudine di casa vostra, nessuno potrà giudicarvi. A parte voi stessi. Trascorrete molto tempo a riprodurle più precisamente possibile, finché non le memorizzerete alla perfezione: dovranno venirvi del tutto automatiche, non appena vi rivolgeranno la fatidica domanda “posso farti una foto?”.
Se una posa proprio non vi convince, scartatela e concentratevi su un’altra.
3) Piccoli cambiamenti, grandi risultati
State replicando una posa alla perfezione, eppure c’è ancora qualcosa che non vi convince. Non è un problema. Spesso, nei fumetti e nei cartoni o animati, i personaggi assumono delle pose anatomicamente esasperate che non hanno riscontro nella realtà. A volte, basta modificare leggermente l’inclinazione del busto o della testa per modificare radicalmente l’aspetto della vostra posa.
Provate a ruotare il busto rispetto le gambe e a fissare il fotografo come se si voltaste di colpo.
Anche le mani sono un potente strumento espressivo: usatele e non lasciatele semplicemente chiuse a pugno.
4) Portatevi dietro gli “appunti”
Alcuni cosplayer salvano sul loro telefono le loro pose preferite. Oltre che un utile memorandum a cui dare un’ultima occhiata quando si è in fiera, possono essere dei riferimenti molto utili per i fotografi, specie quelli professionisti: nessuno conosce a menadito tutti i personaggi e apprezzeranno l’avere una traccia già pronta da seguire.
5) Createvi delle storie
Ogni personaggio ha il suo background, fatto di storie a fumetti, origini segrete, drammi interiori eccetera eccetera.
Sta a voi prendere tutto questo bagaglio e usarlo per rendere “vivo” il vostro personaggio e darlo in pasto alla macchina fotografica.
Dovete avere, in altre parole, una motivazione per quello che siete e che state facendo. Se il fotografo vi chiede di cambiare posa e avete esaurito quelle standard, immaginatevi calati in una situazione classica del vostro personaggio:
– sto pattugliando il confine e possono spararmi addosso da un momento all’altro.
– ho appena sentito un rumore improvviso alle mie spalle e la mia mano va d’istinto alla spada.
– Tutti i miei compagni sono morti, e sono rimasto solo, sotto la pioggia. Sto quasi per crollare anch’io.
– Sento un’energia formicolare tra le mani e le sto guardando come se le vedessi per la prima volta.
Non serve farsi un film completo, ma solo qualcosa su cui concentrarsi: una buona motivazione spesso costruisce un mucchio di dettagli nella posa, conduce a posture più naturali e aggiunge elementi narrativi che renderà le immagini più interessanti.