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Inside: Dentro l’oscurità

Inside: Dentro l’oscurità

Una macabra e intrigante avventura si presenta con Inside, il nuovo gioco platform della Playdead.
È con entusiasmo che oggi parliamo di questo imperdibile appuntamento, dopo esserci appassionati in precedenza con il titolo realizzato nel 2013 e promosso a pieni voti, Limbo.

Cosa ritroviamo in Inside dello stile di Limbo?

Chi lo ricorda, avrà impresse nella memoria le ambientazioni di Limbo, caratterizzate dall’essenzialità dei colori sullo stile del bianco e del nero. A volte, bastano pochi elementi per poter regalare emozioni e Limbo ne è l’esempio: ci fa ‘avvertire’ suggestioni malinconiche e misteriose laddove il giocatore viene lasciato solo, tra pericoli e puzzle da risolvere.
Così anche in Inside incontriamo nuovamente l’essenzialità cromatica, che questa volta non verte unicamente sulla scala dei grigi, pur mantenendo una palette di colori molto ristretta, ma adotta colorazioni particolarmente tetre, riuscendo a regalarci l’atmosfera cupa di una società affetta da distopia. Ciò è reso possibile dall’uso di luci, ombre e suoni azzeccati.

Inside: due ottimi motivi per provarlo

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Il primo, a cui abbiamo già accennato, è l’accuratezza nella realizzazione degli ambienti di gioco e la sensazione che il giocatore proverà nel momento in cui si troverà ad interagire con l’ambiente. L’opera punta ad una sorta di controllo mentale, che si insinua dal momento in cui affronteremo delle prove o dei puzzle che ci proporrà il gameplay.

Il secondo è la scelta di puntare su un personaggio qualunque, un bambino qualunque, senza identità, senza volto: non ha tratti somatici né espressivi e fa parlare l’ambiente macabro e decadente al suo posto. Tutto ciò influirà sullo stile narrativo e sul tipo di valutazioni da affrontare per superare le prove, onde evitare di morire ripetutamente in maniera brutale (Playdead non si è risparmiata in quanto a crudezza).

Non è sicuramente un gioco dalla durata infinita, poiché sono necessarie solamente poche ore per terminare la storia. Tuttavia, non fermatevi alle apparenze. Se volete godere a pieno dell’avventura, affrontate i percorsi e le prove senza fretta, guardandovi intorno con attenzione per non perdervi aree ed elementi nascosti.
I giocatori più assidui che volessero ricominciare l’avventura da capo, facendo scelte diverse, potrebbero imbattersi in un finale alternativo… Non vogliamo svelarvi altri dettagli, vi consigliamo vivamente di provarlo e di lasciarvi trasportare dalla bellissima atmosfera suggestiva creata appositamente per voi.

Scheda tecnica

Piattaforma: PC, Xbox One
Genere: Platform
Data di uscita: 29 Giugno 2016
Sofware House: Playdead
Distribuito da: Playdead


Cosplay corner

inside

 

Il personaggio principale di Inside non ha volto né caratterizzazione. Per la nostra rubrica cosplay dobbiamo quindi puntare non solo sul vestiario ma anche sull’atteggiamento che il nostro personaggio assume nel gioco. In questo caso, il bambino protagonista è insicuro nei movimenti, probabilmente triste e caratterizzato da un’attitudine passiva, un portamento gobbo e impacciato.

La parte più difficile sarà rendere il vostro volto privo di tratti somatici. Potremo ovviare a questo problema in differenti modi:

  1. utilizzando una semplice maschera fatta in cartone o cartapesta con dei piccoli buchi per gli occhi e tenuta con un elastico attorno alla testa, oppure indossando sul viso una calza di nylon color carne abbastanza coprente a celare occhi, naso e bocca;
  2. creando una maschera tramite un make up più elaborato, comprendente più tecniche. Per questa seconda opzione è richiesta manualità e tempo, ma il risultato sarà sicuramente migliore. Vi lasciamo un tutorial da cui prendere spunto come base, da adattare poi – con un po’ di fantasia -, al personaggio di Inside (i materiali utilizzati sono elencati nella descrizione del video). Più riuscirete a nascondere il volto e più, ovviamente, gli somiglierete!

 

L’abbigliamento è invece la parte più semplice, ed è composto da:

  • una felpa o maglione rosso;
  • pantaloni lunghi neri;
  • scarpe a tinta unita che danno tutta l’impressione di assomigliare a dei mocassini scuri ma, data la semplicità del gioco nel rendere tali dettagli, starà a voi trasporre al reale ed interpretare ciò che da spazio all’immaginazione!

Circa l'autore

Crystal e Francesco

Crystal: "Il tempo per giocare non è più molto, ma la sera, quando si è stanchi, c'è un buon modo per sognare e rilassarsi: bibita e patatine davanti ai miei game preferiti!" Inguaribile sognatrice, persiste nell'inseguire gli ideali di un mondo perfetto così com'è nelle favole e nei giochi. Cantante, fotografa e cosplayer, sin da piccola appassionata di videogame e delle emozioni che riuscivano a comunicarle, ama vivere in una realtà "alternativa", che decide di avere o di non avere nel momento in cui è giusto staccare o spegnere la console. Diplomata al Liceo Scientifico, ha frequentato la "NUCT " (scuola di cinema e televisione) presso Cinecittà. Successivamente ha seguito diversi corsi di fotografia. Attualmente dà lezioni di canto, dopo aver studiato per diversi anni e aver frequentato numerosi stage. Compone i testi delle sue canzoni ed è vocalist di due band, una Rock e una Metal. Ha recentemente preso parte in qualità di cantante e cosplayer al programma televisivo "Ciao Darwin" e prodotto alcuni tutorial riguardanti il cosplay su riviste online. Crescendo ha continuato ad allargare il suo numero di interessi, cercando di ampliare le sue conoscenze artistiche. Non si sa mai abbastanza per smettere! Così continua ad indagare sul mondo e a cercare modi per stupire e che la stupiscano a loro volta. Francesco: Cresciuto guardando i suoi fratelli giocare alla playstation senza poter prendere un joypad in mano. Stufo di non poter giocare, ha fatto di tutto per vivere di quei mondi fantastici. Addestrato a resistere svariate ore davanti agli schermi non ha potuto fare a meno di appassionarsi al mondo videoludico e a ciò che ne concerne. Diplomato in grafica pubblicitaria, autodidatta della grafica 3D, della programmazione e del Game Design ha lavorato come Grafico/Programmatore presso la start-up innovativa "Oniride" che si occupa di creare esperienze in VR (Realtà Virtuale) ed AR (Realtà Aumentata), utilizzando le più avanzate tecnologie in circolazione quali Oculus Rift, Gear VR e Leap Motion, per citarne alcuni. Lavora attualmente come grafico indipendente e continua a studiare Game Design utilizzando i game engine Unity 3D e Unreal Engine 4.


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