
Guida ai cosplay di Magneto (Parte 3)

QUI trovate la prima parte e QUI la seconda.
Rilanciato alla grande il franchise degli X-Men con First Class (in Italia, ben più banalmente, X-Men: l’inizio), la 20th Century Fox mette in produzione nel 2013 il film X-Men: Days of Future Past, ispirato al fumetto omonimo di Chris Claremont e John Byrne incentrato sui viaggi nel tempo, e vi conferma alla regia Matthew Vaughn, che a sua volta la lascia di nuovo a Bryan Singer, regista di X-Men e X-Men 2 quando va a dirigere Kingsman – Secret Service, altro film tratto da un fumetto (l’omonimo di Mark Millar).
Singer richiamò tutto il cast tecnico con cui aveva lavorato nei primi due film sugli X-Men: sceneggiatori, costumisti, scenografi, musicisti, ma richiama, oltre i “suoi” vecchi X-men, anche il nuovo cast: tra cui, naturalmente, Michael Fassbender nel ruolo di Erik Lehnsherr, Magneto.
Il film, uscito nel 2014, ottiene un grande successo di critica e pubblico, e sebbene veda nel personaggio di Wolverine (interpretato ancora da Hugh Jackman) il ruolo centrale, affida a Magneto una parte importante, soprattutto nella sua controparte “giovane”, che negli anni settanta, deciso più che mai ad affermare la superiorità della razza Mutante, compie alcuni gesti dimostrativi altamente spettacolari sul grande schermo, del tipo sollevare da terra un intero stadio e farlo atterrare sul prato della Casa Bianca.
L’outfit che la costumista Louise Mingenbach (che già aveva curato i costumi degli altri film degli X-Men) studia per Magneto è radicalmente diverso da quanto si era visto in First Class, ma prende anche le distanze da qualsiasi altra versione fumettistica.
Di nuovo, nessuna tutina attillata ma neanche tute di pelle da motociclista come si erano viste nei primi film degli X-Men: piuttosto, un corpetto corazzato, uno strano mantello asimmetrico e un elmetto che sembra ricavato da un pezzo di roccia.
Le tonalità usate sono un inedito color ruggine, abbinato al nero di pantaloni, stivali e guanti. Nessun richiamo agli iconici rosso e viola, dunque, ma un design completamente nuovo che riesce però ad adattarsi al personaggio donandogli un tono di nobiltà ma anche un che di guerresco, con quell’elmetto che richiama quello degli antichi guerrieri spartani.
Se volete riprodurre questo costume, dovrete preoccuparvi soprattutto dell’elmetto e del corpetto: sono le parti più difficili e vanno realizzate con cura. Procuratevi references precise, e non lasciate dettagli al caso. L’elmetto non deve essere “abbondante”, ma calzare bene e avvolgere bene testa e volto. Il fregio centrale ha un disegno particolare, sforzatevi di riprodurlo fedelmente, così come la finitura color bronzo e l’aspetto “graffiato”.
Il corpetto va realizzato necessariamente in un materiale rigido, che andrà poi fissato a un tessuto più morbido che possiate indossare. Qualsiasi materiale decidiate di usare, stuccatelo e levigatelo accuratamente prima di passare alla verniciatura, che dovrà essere opaca. Il fregio sul petto deve richiamare il metallo brunito.
Il mantello va ben studiato per quanto concerne la lunghezza (differente sui due lati e non simmetrica) e la particolarissima chiusura-colletto, che dovrà essere alta, rigida e ornata da due fibbie dal design preciso.
Se riuscirete a mettere a punto questi elementi, sarete già a buon punto, ma non sottovalutate la maglia da indossare sotto il corpetto (vi consigliamo di farvi stampare della lycra texturizzata), i guanti o i pantaloni.