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L’abc del Cosplayer: Costumi – Nadia

L’abc del Cosplayer: Costumi – Nadia

Uno dei cosplay più facilmente riconoscibili e amati dalle ragazze è certamente quello della protagonista della fortunata serie Il mistero della pietra azzurra (Fushimi no umi no Nadia).
È un costume apparentemente semplice che nasconde un sacco di insidie, a partire dalla foggia stessa che inchiattisce chiunque.

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Praticamente perfette. Cosa c’è da aggiungere?

Fare

  • Se siete bianche come mozzarelle, abbiate almeno la decenza di farvi un paio di lampade. La principessa atlantidea è infatti un mix etnico, unico quanto quello di Ororo Munroe, e la sua carnagione è scura! Come quella degli altri Atlantidei (Nemo e Electra. Gargoyle, che non è atlantideo, infatti, sembra essere il prototipo dell’uomo caucasico).
  • I capelli sono corvini e tagliati a caschetto. Neri, neri dai riflessi blu/violacei. Non viola fluo!
  • Non dimenticate gli accessori! Ballerine o Espadrillas (scarpe chiuse in punta) con nastri intrecciati lungo i polpacci, tre cerchi d’oro per polsi e collo. E l’immancabile pietra: un ottaedro allungato. AZZURRO!
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    La frangia di Nadia è bella piena e non spostata a lato. La scelta di usare i propri capelli, operata da molte cosplayer, è spesso oggetto di discussione. In questo caso, però, una parrucca dà l’aspetto voluminoso e controllato che possiamo ottenere solo portandoci sempre appresso la piastra. Altrimenti, sappiamo tutte che i capelli si gonfiano, diventano ingestibili e si arricciano all’altezza di spalle e orecchie. Queste cosplayer peccano anche per la scelta del monile e delle scarpe oltre che del top.

Non fare

  • Evitate di arricciare il gonnellino per avere più volume sul fondo. Si tratta di una striscia di stoffa lunga fino al ginocchio. Il bordo coincide con la pince di una gonna normale.
  • Nadia indossa una fascia, bianca. Non una canotta o una t-shirt.
  • Nadia, inoltre, è piatta come una tavola e soffre nel confronto con la prosperosa Grandis (Rebecca). Sarà per il tipo di corporatura o perché ha 13 anni… poco importa: non imbottitevi i reggiseni!
  • Non atteggiatevi a gatte morte solo perché ha un costume succinto: Nadia è una fiera principessa e lotta strenuamente per ciò in cui crede.
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Se la prima cosplayer (partendo da sinistra) potrebbe passare l’esame (pallore dell’incarnato, pietra informe e tessuti scadenti a parte) è il gonnellino arricciato che fa storcere il naso. La seconda, oltre all’orrido gonnellino ha mantenuto un dubbio caschetto biondo. La terza (escluse le calzature e procacità) ha optato per una pessima parrucca.

ATTENZIONE

  • La pietra azzurra sta comodamente nel palmo della mano (a differenza di quella di Nemo, più grande di un pugno, che la contiene). Ciò non vuol dire che debba essere grande quanto una nocciola!
  • Il costume è molto sgambato. Ma sotto il gonnellino indossa un paio di normalissimi slip. Non culotte, non fate le pudiche!
  • Non dimenticatevi le clip tra i capelli (bianche con un pallino rosso verso il viso), non dissimili a quelle usate successivamente dai piloti degli EVA.
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Ci siamo quasi. Peccato rovinare tutto con le scarpe. Un dettaglio a cui pochi prestano attenzione

Quel tocco in più

  • Inserire un led a batteria e far brillare il gioiello.
  • La superficie della pietra azzurra è in realtà costellata dei glifi atlantidei che ricorrono per tutto l’anime (e anche in Evangelion)
  • Se avete un gatto che potete spacciare per King, tanto meglio.
  • All’inizio dell’anime, Nadia lavora in un circo. Riuscire a gestire qualche scenografico attrezzo ginnico vi permetterebbe di darle ancora più credibilità

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Circa l'autore

Charlie Giangri

Cresciuta con la valigia in mano, in giro per il mondo, ama tutto ciò che è diverso e colorato. Deve la sua passione per fumetti, fantascienza e cultura pop ai suoi zii paterni. Di formazione scientifica, si è laureata in Filologia Romanza ed è approdata, successivamente, ad Architettura dove, nel corso di Design di Moda, si laurea con una tesi di Costume Design, argomento che approfondirà l'anno dopo alla Central Saint Martin di Londra. Precisa e pignola, mescola istintivamente le sue conoscenze ovunque debba applicarle: come scrittrice, insegnante e fashion accessory & costume designer. Il cosplay le permette di vivere storie come in un racconto e le fornisce il pretesto per affrontare complicati costumi, ricchi di dettagli.

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